martedì 19 agosto 2014

Il faggio Patriarca



Era un bambino quando allungava il braccio per indicare i ciliegi, i peri, i meli, i peschi in lontananza sulla collina. Per un’illusione prospettica sembrava che quegli alberi così piccoli crescessero sulla mano aperta verso il cielo. Le vacanze estive e pasquali dal nonno a Reseretta, a Tarzo, erano una continua scoperta: una nuova pianta, un insetto, un sentiero, una nuvola dalla forma strana.
Classe 1935, Armando Dal Col viveva a Longarone, dove mamma e papà avevano un negozio di frutta e verdura molto prima che l’ingegner Carlo Semenza progettasse la diga del Vajont. La tragedia andrà in scena alle 22.39 del 9 ottobre 1963. Quella sera Armando ritorna dalla Val Zoldana ed è diretto a Belluno dove abita con la famiglia e dove da qualche tempo per hobby coltiva degli alberi in miniatura. Passa a salutare i genitori intorno alle 21.

mercoledì 13 agosto 2014

La bibliospiaggia


 Ne parlavo con un amico l’altra sera. Una petizione, una proposta di legge, un comitato popolare, un partito. Il partito di quelli che al  mare vorrebbero leggere in santa pace.
Lottare per un’enclave ombrellonesca, un temenos sabbioso, una bibliospiaggia.
Nella bibliospiaggia il lettore di libri, giornali, kindle, non subirà frantumazioni dei biblici zebedei da parte di:
giocatori di bocce, palette, racchettoni, tamburelli, volano, freesby, volley, calcetto, palle magiche;
venditori di foulard indiani, occhiali, borse taroccate, aquiloni, catenine e anellini, ombrelli, sculture in legno;
massaggiatrici cinesi e tailandesi; tatuatrici di henné; dreadmaker; Coccobellooooo;
mamme che conversano animatamente di pappe, pannolini e pupù;
pensionati appartenenti a comunità spirituali, club di burraco,  università degli adulti e anziani che pontificano sui destini del mondo;
habitué del lido in grado di ricostruire senza errori vite, malattie e morti degli ultimi vent’anni;
adorabili infanti che si rincorrono sollevando tsunami di sabbia;
invasori di spazi altrui alla ricerca dell’ombra perduta;
appassionati di eventi sportivi armati di radiolina tascabile;
amici dell’uomo di varie taglie abbaianti e leccanti;
teleconversatori felici di esibire suonerie riproducenti musiche di ogni epoca, sirene, ragli, muggiti, e che dopo aver cercato a lungo lo smartphone nella sacca bombardano la quiete marina con  originali quesiti: Dove sei? Che fai? Fa caldo lì? Ti sento male. Aspetta ti richiamo...;
volonterosi, frenetici, rumorosi bagnini impegnati a chiudere ombrelloni e sistemare lettini;
altoparlanti che inondano la spiaggia con una valanga di scemenze musicali, pubblicitarie e informative;
diversi mezzi aerei e terrestri con scopi ludicopromozionali.
In somma: la richiesta al Governo, alle amministrazioni regionali, provinciali, comunali, turistiche e costiere, alle imprese e autorità balneari di ogni ordine e grado è una sola: Lasciateci leggere in pace, dateci la Bibliospiaggia!
L'immagine del libro è tratta da www.hotelrudy.it

lunedì 4 agosto 2014

La penna e la carta

"Così la penna va
sopra la carta liscia
di un quaderno e non sa
come finisce
ogni sua riga,
dove si mescolano
saggezza ed idiozia
ma si fida dei moti della mano,
nelle cui dita batte la parola
del tutto muta,
senza togliere polline dai fiori,
ma facendo più lieve il cuore."
Josif Brodskij  Poesie