giovedì 28 novembre 2013

La content curation e le enciclopedie elettroniche


Le più interessanti sono le case history, arrivano dritte al cuore e lasciano intravedere il lato umano della rete. Le storie, se raccontate con intelligenza, hanno sempre il potere di conquistarci. I termini inglesi hanno lo stesso scopo, quello di catturare la nostra attenzione, senza tenere conto che ci fanno sentire molto update (sul pezzo). Content curation può tradursi con elaborazione dei contenuti. Ma vediamo le case history presentate da Andrea Nelson Mauro al seminario "La content curation applicata all’informazione", organizzato dall’Ordine dei giornalisti del Veneto e svoltosi qualche mercoledì fa tra i blocchi architettonici facciavista del Centro Vega a Marghera. Si comincia con "Fortress Europe"il blog aperto da Daniele del Grande nel 2008. Migliaia di post dedicati alle tragedie dei migranti.

 Circa un anno fa Mauro, tra i fondatori della società Dataninja (data journalism e data visualization), chiede a Gabriele Del Grande se può elaborare i dati raccolti nel blog. Ne nasce una mappa delle sponde del Mediterrano, dove ogni località ha un colore diverso in base al numero di migranti scomparsi durante la traversata. Le Monde la vede e la acquista per pubblicarla. Altro esempio di content curation è l’iniziativa lanciata della rete civica Iperbole, in collaborazione con il Comune e con l’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna. Trentadue anni fa, il 2 agosto 1980, alle 10.25 scoppia la bomba nella sala d’aspetto della stazione centrale. Il 2 agosto 2011, cinquant’anni dopo, su Twitter e Facebook, i promotori del tumblr dueagosto lanciano l’hashtag #ioricordo. Arrivano molte testimonianze, che vengono verificate e in alcuni casi approfondite. Nasce così un racconto collettivo che coinvolge chi quel giorno c’era ma anche di chi non c’era e ha impressi nella mente ricordi di parenti e amici. Anche per il Vajont è stato creato un portale della memoria. Il  Corriere delle Alpi ha realizzato  una piattaforma che raccoglie le storie delle 1920 vittime del Vajont. I contenuti sono un’elaborazione di fonti d’archivio, per esempio i giornali dell’epoca, e delle testimonianze personali giunte in gran quantità alla redazione del giornale.
Il metodo per elaborare e selezionare i contenuti nel brusio e nella sovrabbondanza d’informazioni della rete è stato illustrato da Gianluigi Cogo che ha riproposto i cinque modelli classici di content curation: Aggregation, concentrare le migliori informazioni riguardanti un argomento in un contesto (articolo, sito); Elevation, proporre in modo diverso i contenuti a seguito di un lavoro di analisi: banca dati, infografica...; Distillation, semplificare alcuni contenuti per divulgarli, per renderli accessibili a un pubblico più ampio: blog di settore; Mashup,  mescolare punti diversi diversi per formulare nuove ipotesi o elaborare nuovi progetti; Chronology, ordinare una serie d’informazioni e di fatti dal punto di vista temporale può portare a nuove interpretazioni e riflessioni. Ma dal punto di vista pratico se uno desidera cercare delle informazioni sull'argomento B che dovrà fare, cercare B in Google? Non solo. Dovrà cliccare B anche nei portali di settore, nei giornali on line, nelle directory, nei social media,  in particolare Twitter, nei blog, nelle banche dati, nelle piattaforme di ricerca bibliografica e usare gli Rss feed che permettono di essere aggiornati su siti e blog senza doverli ogni volta visitare. Ci sono inoltre una serie di altri strumenti in rete per condividere i propri contenuti e per cercare nuovi spunti in relazione a un determinato argomento: Del.icio.us, Pinterest, Google +,  Scoop it, Storify, Paper.li, Summify, Friendfeed, per citarne alcuni. Cercate B in queste nuove enciclopedie elettroniche e le sorprese non mancheranno.  E per tenere conto di tutti i risultati una settimana non vi basterà. Viene da chiedersi se la scrittura di contenuti nel e per il web non si stia progressivamente trasformando  in un processo meccanico, in un procedere semiautomatico funzionale a garantire visibilità, indicizzazione, posizionamento. Questa registrazione continua è la nuova funzione della scrittura? Una funzione algoritmica? 
Foto: i libri intrecciati sono di Odires Mlászho

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