lunedì 31 dicembre 2012

Futuro-presente


L’incontro era senz’altro organizzato bene, sono gli appunti ad essere scarsi, un mosaico incompleto, con molte tessere che mancano, con molte lacune da immaginare, completare, evidenziare. La parola ubiquità avrà un peso nel 2013, la rete dei cellulari e dei social media, secondo alcuni, ci ha resi ubiqui, ma se siamo in rete non siamo ancor più di prima ognuno al proprio posto con la propria posta nei codici della rete?
La capacità di riscrivere le convenzioni si può apprendere dagli Hunza, un’antica, isolata e longeva popolazione pakistana, o dalla vittoria dell’Uruguay sul Brasile allo stadio Maracanà nel 1950.
Seguono pensieri lenti e veloci, parole turcheggianti come kadirga, nansoma, iktitaf, l’idea di montare e smontare velocemente approdi come gli americani con i porti mobili Mulberry in Normandia. A volte l'ultima parola potrebbe essere no per chi ha detto troppe volte di sí.

lunedì 17 dicembre 2012

Prosecco



Un cinema, le poltrone sprofondate nel buio, il film è Nudo di donna con Nino Manfredi che in una scena cita il Prosecco dell’amico Giuliano Bortolomiol. La libreria in cui si ricorda questa scena è illuminata al neon e attraversata dalla musica. Damiano Visentin scivola sulla fisarmonica come un'onda, al tavolo due scrittori e una manager: Ettore Gobbato autore di Giuliano Bortolomiol, il sogno del Prosecco, Fulvio Ervas con Finché c’è Prosecco c'è speranza, e Elvira Bortolomiol figlia di Giuliano. Due storie, una reale e fantastica, una fantastica e reale. "Un prosecco chiese l’ispettore avvicinandosi al banco. Come lo vuole, tranquillo? Frizzante. Fermentato in autoclave o bottiglia? È lo stesso. L’oste Secondo scosse la testa. L’ispettore appoggiato al bancone, osservava il fondo del flute, immaginando minuscoli esseri che respiravano. Le bollicine salivano formando una spuma, eccitante combinazione di materia." Il fantagiallo di Ervas porta l’ispettore Stucky ad indagare, tra le colline di Valdobbiadene, sullo strano suicidio del conte Ancillotto, ritrovato disteso su una tomba con una bottiglia di champagne tra le mani. Qualche pagina più in là il misterioso omicidio dell’ingegner Speggiorin, direttore del cementificio colpevole di inquinare la terra e le viti.

sabato 1 dicembre 2012

Non esistono delitti perfetti


- Soffro di vertigini, era proprio necessario questo viaggio.
- La tengo io architetto non abbia paura. Guardi, da qui si vedono bene le due anime di Vittorio Veneto, quella che a sud abbraccia la pianura è Ceneda, quella che serra la Val Lapisina a nord è Serravalle. L’ingegner Enrico Forlanini, colletto aperto e cravatta scozzese, teneva sottobraccio l’architetto Santos Dumont con la faccia seminascosta nel paletot nero. Affacciati ad una delle finestre della gondola in alluminio si tenevano i Panama incollati alla testa; Forlanini con la sinistra, Dumont con la destra. Il dirigibile era a circa trecento metri d’altezza, le valvole non segnalavano perdite di pressione, le isoterme e le isòtere si comportavano a dovere, era una bella giornata di settembre del 1911.
- Sorvoliamo la zona di Sant’Andrea, vede quello è uno dei piloni della teleferica dell’Italcementi che collega lo stabilimento con la cava del monte Pizzoc.